Tired Of Being Alternative Photography, art, design, technology. And everything in-between.

Staremo a vedere


Posted by
Edoardo Galvagno
30 Mar 2013
in tech, google glass

L’altro giorno il mio amico @christian__p mi dice: “Ehi! Sei praticamente l’unico a non aver commentato il mio tweet su Google Glass…”.

Il tweet rimanda ad un articolo di Fabrizio Capobianco, di cui mi colpisce questo passaggio:

Ad ogni modo, cio’ di cui sono sicuro e’ che la nuova frontiera passa per gli occhiali. E’ una trasparente integrazione di tecnologia e fashion.

Guarda caso, in Italia abbiamo il monopolio degli occhiali. A livello mondiale. Siamo i primi, e di gran lunga. Non ci batte nessuno.

Google Glass e la sua rivoluzione gira intorno a un oggetto che e’ made in Italy per eccellenza.

E’ una grandissima opportunita’, la piu’ grande per il nostro paese da quando sono nato (almeno). Se diventiamo i leader sugli occhiali tecnologici, possiamo dire la nostra su tutto quello che succedera’ in futuro.

(Sì, le lettere “apostrofate” sono originali, sic!)

C’è qualcosa che mi suono strano, e sbagliato, in questo passaggio, ma lì per lì non so dire bene cosa.

Gli occhiali sono una scusa

Tra le cose che leggo e vedo c’è l’interessante articolo di Joshua Topolsky per Verge dal quartier generale di Google a New York.

A sinistra uno dei primi prototipi di Google Glass, a destra il modello attuale (foto di Michael Shane tratte da The Verge).

Ed è qui che capisco: gli occhiali sono solo il supporto, tanto che non sono, in effetti, neanche occhiali.

Dal primo prototipo ad oggi è il computer, l’hardware, ad essersi evoluto e migliorato.

Domani, e questo domani non sembra così lontano, gli occhiali e il proiettore saranno sostituiti forse da lenti a contatto o da segnali direttamente trasmessi alla retina e, chessò, per la telecamera avremo un piccolo piercing o un terzo occhio disegnato in fronte.

Computer da indossare

Per quanto sia ancora indeciso su come accogliere Google Glass, sono certo che il futuro passerà anche dai computer da indossare, così come in questi anni si è passati sempre più dal desktop agli smartphone.

Già oggi c’è chi pensa a tessuti intelligenti, magari con l’anima italiana di Arduino dentro, o a orologi super tecnologici (sempre che non sia una bufala).

Domani, le nanotecnologie permetteranno impianti piccolissimi ed oggi inimmaginabili e così non ci sarà più bisogno di occhiali, telefoni, orologi…

Mentre ovviamente io spero che non si sia lontani da un bel pesce di Babele.